- individuare alterazioni del metabolismo. Diete prolungate o sbilanciate possono ridurre anche di 300-400 Kcal l’importo calorico giornaliero. In casi di anoressia possiamo trovare riduzioni caloriche anche più importanti;
- definire un approccio più mirato rispetto al tipo di dieta da prescrivere in una perdita di peso;
- determinare il metabolismo in tutti i casi in cui non è possibile stimarlo (gravidanza, allattamento e sport).
Perché un programma alimentare dimagrante sia efficace e duraturo, occorre che la riduzione calorica non sia eccessiva rispetto al fabbisogno energetico giornaliero. Le maggiori organizzazioni scientifiche consigliano di perdere da 450 a un massimo di 900 grammi di peso la settimana, in modo da garantire risultati a lungo termine, senza aumentare i fattori di rischio.
E' dimostrato che, per rispettare tali condizioni, il piano alimentare debba avere un apporto calorico sovrapponibile al valore del Metabolismo Basale (MB). Normalmente, nei convenzionali programmi di dimagrimento, il MB viene ‘stimato’, o peggio, non considerato. La conseguenza di tutto ciò è che molto spesso i piani alimentari proposti presentano un apporto calorico eccessivamente ridotto. Questo causa una notevole riduzione di peso ma, purtroppo, soprattutto a carico della massa magra e dell’acqua.
Ricordiamo che dimagrire bene e in salute, rischiando il meno possibile di riprendere i chili persi, significa ridurre solo il grasso superfluo.
@mariateresacarrozzo
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