In questa ottica possiamo dire che le ernie discali sono vittime di un sistema biomeccanico alterato. Il vero colpevole è il movimento alterato e non opportunamente controllato. Nei nostri centri durante la prima visita, valutiamo l’efficacia di questi muscoli, come questi producono il movimento e successivamente andiamo a rieducarne la funzione.
Ciò avviene tramite una serie di esercizi. Non i classici esercizi che possono essere fatti in palestra, ma esercizi specifici di Fisioterapia che richiedono grande attenzione ed un feedback continuo da parte del fisioterapista.
Gli esercizi devo essere eseguiti con una progressione precisa:
– Primo livello: al paziente è richiesto di contrarre volontariamente i muscoli stabilizzatori.
– Secondo livello: si integra la contrazione di questi muscoli nei movimenti più semplici.
– Terzo livello: si integra la contrazione di questi muscoli nei movimenti più complessi ed impegnativi.
Il training può prevedere movimenti funzionali che il paziente compie nella vita quotidiana come il sollevare pesi e compiere gli sforzi tipici che il paziente compie durante la giornata. Il ciclo terapeutico finisce quando il paziente dimostra l’acquisizione del nuovo schema di movimento.
Una volta ristabilita la funzionalità dei muscoli stabilizzatori si può iniziare il training di recupero del rapporto lunghezza/forza degli altri muscoli che servono a bilanciare il movimento. Anche questa fase utilizza esercizi funzionali atti al ripristino dei parametri “normali” per quell’individuo.
La soggettività in questa fase è basilare perché un esercizio che può essere terapeutico per un individuo potrebbe non esserlo per un’altro anche se entrambi soffrono di dolore localizzato nella stessa regione della schiena.
@maria teresa carrozzo