In generale, infatti, quando facciamo esercizio il nostro corpo rilascia endorfine, che sono i nostri antidolorifici naturali interni, riduciamo lo stress psico-emotivo e miglioriamo la qualità e quantità del sonno e dunque il recupero dalle fatiche quotidiane, che sono fattori fondamentali anti-cefalea. Nonostante le varie limitazioni metodologiche della ricerca in generale, dalla letteratura attuale disponibile in cui l’esercizio aerobico è stato usato come intervento primario anti-emicrania emerge una riduzione media della frequenza degli attacchi di circa 40% post trattamento, suggerendo che l’esercizio ha efficacia pari agli interventi comportamentali e farmacologici, ma senza ad esempio gli effetti collaterali dei medicinali. I pazienti con 2-8 attacchi al mese sembrano essere quelli che in generale possono rispondere più facilmente e meglio. L’esercizio ha numerosi benefici per la salute in generale e per le problematiche in co-morbidità con l’emicrania stessa: ad esempio i risultati di un’attività fisica costante sono simili o superiori ai farmaci per la riduzione della depressione – spesso associata all’emicrania – perchè l’esercizio allenante alza i livelli di endorfine antidolorifiche, migliora la circolazione e la funzionalità dei neurotrasmettitori, la regolazione ormonale, diminuisce l’infiammazione, e funziona come gli antidepressivi aumentando l’attivazione serotoninergica e la neurogenesi. Migliora inoltre la capacità di efficienza personale e l’autostima, l’umore e la consapevolezza del sé nonché la sicurezza e lo stress psicologico diminuendo la catastrofizzazione e l’ansia. L’inattività è diffusa tra gli emicranici per vari motivi tra cui la paura e credenza che l’esercizio sia appunto nocivo e scatenante. Ad oggi sulla base dei dati disponibili non c’è alcuna evidenza solida che l’esercizio aerobico o le normali e quotidiane attività fisiche possano precipitare un attacco di emicrania, pertanto questo mito è da superare ed è tempo di cominciare a muoversi.
@maria teresa Carrozzo