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Esami di laboratorio nei bambini: quando e perché farli

Se ne fanno troppi, con troppa leggerezza. Stiamo parlando degli esami di laboratorio nei bambini: quando sono davvero utili? 

Esami di laboratorio nei bambini e la “Sindrome di Ulisse”: di che cosa si tratta?

Si chiama Sindrome di Ulisse l’attitudine a voler eseguire tutta una serie di esami di laboratorio senza che ce ne sia un reale e obiettivo bisogno. Questa sindrome coinvolge anche i genitori, che decidono di sottoporre i propri figli a esami come emocromo, ecografia e radiografia soltanto per citare i più comuni, non sulla base di disturbi conclamati o sintomi sospetti, ma per ricercare patologie non ancora manifesteIl ruolo dell’esame è di completamento a una diagnosi clinica fatta dal medico, non deve essere fine a stesso, soprattutto nei minori e nei bambini molto piccoli che sono sottoposti a stress emotivo e fisico inutili, senza che ce ne sia veramente bisogno.

Quando è bene prescrivere un esame a un bambino?

Il check up di laboratorio non è consigliabile nei bambini, ma viene di regola eseguito sopra i 20 anni. Prima di tutto perché l’organismo di un minore è in divenire e soprattutto perché, se non eseguiti correttamente, possono dare risultati non attendibili. Questo comporta una ulteriore serie di esami aggiuntivi in sequenza, che causano altro stress al bambino.

Gli esami nei minori si fanno in caso di familiarità e predisposizione a certe patologie, come l’ipercolesterolemia, o il diabete o l’anemia mediterranea. In quest’ultimo caso, una volta evidenziato che il bambino è portatore di anemia mediterranea, non occorre ripetere l’esame ogni anno. Se uno dei genitori è diabetico, se non ci sono sintomi evidenti come dimagrimento e alto consumo di acqua, non è necessario sottoporre il proprio figlio ad esami per scoprire se anche lui soffre di diabete.

Tra gli esami più temuti c’è sicuramente l’esame del sangue…

Negli ultimi anni si sono fatti molti passi avanti per ridurre il dolore quando ci si sottopone anche a un semplice emocromo: il prelievo di sangue per eseguire gli esami è il più temuto dai bambini. Cerotti e creme locali che rilasciano sostanze anestetiche tolgono il dolore della puntura, ma non cancellano l’apprensione del bambino e l’emotività: a questo proposito, oltre alla presenza dei genitori che è fondamentale per trasmettere tranquillità e sicurezza, possono essere molto valide alcune tecniche comportamentali di distrazione e di gioco che spostano l’attenzione dalla siringa a qualcosa di più piacevole. Le modalità anestetiche più innovative, semplici e di breve durata, sono di supporto indispensabile in casi specifici quali l’aspirato midollare (puntura dell’osso) e che non lasciano memoria dell’episodio. Una narcosi superficiale si prescrive oggi anche per eseguire una gastroscopia come pure la risonanza magnetica in bambini sotto i 5 anni quindi poco collaboranti. 

@mariateresacarrozzo

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