Sintomi
La malattia di Crohn si presenta generalmente con dolori addominali, associati a diarrea e, talora, a febbre. Il dolore si localizza nella sede dell’ombelico o nella parte destra dell’addome e spesso si presenta dopo i pasti. Possono comparire anche dolori alle articolazioni, diminuzione dell’appetito o dimagrimento. Gli episodi di “ostruzione intestinale” rappresentano probabilmente la complicanza intestinale più comune. Questi episodi sono dovuti al fatto che il processo infiammatorio può creare restringimenti di alcuni tratti dell’intestino. Tali restringimenti sono “poco distensibili” e possono causare crampi, meteorismo , distensione addominale sino ad arrivare, talvolta, ad un’ostruzione parziale o anche ad un’ostruzione completa del flusso intestinale
Altri segni precoci della malattia possono essere rappresentati dalla presenza di fistole anali (anormali aperture tra l’intestino e la superficie cutanea, vicino all’ano) ed ascessi. Ancora non si è scoperta la vera causa di questa patologia, tuttavia si sono escluse cause psicosomatiche e la trasmissibilità della malattia.
Prognosi e diagnosi
Il morbo di Crohn è una malattia cronica, ossia si aggrava nel tempo, non guarisce definitivamente, e può alternare momenti di pieno benessere ad altri in cui il dolore e i sintomi si acutizzano.
Sfortunatamente, almeno sino ad oggi, non abbiamo nessuno strumento che possa predire con certezza una probabile ricaduta, cioè una riacutizzazione della malattia. La prognosi diviene difficoltosa e dipende dalla localizzazione ed estensione della malattia, anche perchè molti malati inizialmente presentano sintomi e problematiche di scarsa rilevanza.
La diagnosi della malattia è altrettanto complessa. Oltre che la storia clinica dei sintomi elencati sopra, si deve avvalere di numerosi test ed esami: ricerca del sangue occulto nelle feci, ricerca di particolari tipi di anticorpi, sia su esami strumentali come l’ecografia addominale, il clisma opaco a doppio contrasto, la scintigrafia, la radiologia diretta dell’addome, la colonscopia. La biopsia del tessuto colpito, prelevato tramite l’endoscopia, resta tuttavia l’esame più preciso per la conferma definitiva della diagnosi. Quando la malattia si presenta nell’intestino tenue è particolarmente difficile da diagnosticare, infatti la colonscopia tradizionale consente l’accesso solo alla porzione inferiore del tenue; l’introduzione della capsula endoscopica ha però aiutato molto in questo tipo di diagnosi.
@maria teresa carrozzo