Secondo la Crohn’s and Colitis Foundation americana dal 30% al 60% dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali presentano dei livelli ridotti di densità minerale ossea. In particolare sono più colpiti i pazienti con malattia di Crohn. Le forme più gravi di osteopenia possono poi evolvere in osteoporosi e aumentare il rischio di frattura, in particolare con l’avanzare dell’età e fra le donne. Occorre sottolineare come queste condizioni siano asintomatiche e pertanto debbano essere sospettate per poter essere prevenute o trattate.
La malattia di Crohn è associata alla perdita ossea per diversi motivi, In particolare la densità minerale ossea si riduce nei pazienti che assumono farmaci antinfiammatori corticosteroidi che interferiscono con l’assorbimento del calcio. Questo tipo di farmaci aumenta anche l’eliminazione del calcio con le urine e riduce il livello di estrogeni, gli ormoni che contribuiscono alla formazione del tessuto osseo e che dunque proteggono le ossa.
Questa patologia infiammatoria intestinale può colpire inoltre un tratto più o meno esteso del piccolo intestino: In questo modo la malattia di Crohn determina il malassorbimento del calcio e anche della vitamina D, importante per la salute delle ossa. Infine lo stesso stato infiammatorio può pregiudicare il metabolismo osseo