Le malattie reumatiche sono tra le patologie di maggiore diffusione in Italia e i dati parlano chiaro: secondo il censimento dei pazienti effettuato dall’Amrer (Associazione Malati Reumatici ) sulla base delle esenzioni dei ticket del servizio sanitario nazionale per un gruppo di patologie reumatiche, circa lo 0,6% della popolazione italiana è affetto da una malattia reumatica più o meno cronica, e queste restano ancora una delle prime cause di invalidità. Le malattie reumatiche sono in assoluto le più diffuse, globalmente considerate ne soffre il 10% della popolazione generale. Basti un dato: su 10 pazienti presenti in un ambulatorio medico, 4 lamentano un problema reumatologico
Si parla compelssivamente di 371.586 pazienti reumatici accertati da questo censimento, nonostante i ticket e le esenzioni non siano effettivamente uguali per tutti e si differenzino in base a fascia di reddito e soprattutto per codice della malattia: i pazienti reumatici esenti sono stati suddivisi poi successivamente per età, sesso e territorio di residenza, con la collaborazione di 150 Asl su tutto il territorio nazionale.
Dal censimento dei pazienti è emerso che l'artrite reumatoide è la patologia reumatica più diffusa, che fa registrare il 41,60% delle esenzioni; al secondo posto la psoriasi artropatica (31,82% delle esenzioni) e al terzo a pari merito la sclerosi sistemica progressiva e il lupus eritematoso sistemico (12,80%). Le altre patologie raccolte nella statistica sono la malattia di Sjiogren, il morbo di Paget e la spondilite anchilosante, che presentano percentuali più basse.
Le donne sono il 68% dei pazienti, con un'incidenza di età che va dai 45 ai 65 annial momento dell'esenzione, ma in alcuni casi si parla anche di malattie reumatiche pediatriche o in giovane età.
Le malattie reumatiche sono complessivamente più di 150, tra rare e più comuni, e corrispondono in termini di prestazioni sanitarie alle 0,2% del Pil. Proprio la questione economica è uno dei nodi cruciali del rilevamento promosso dall’Amrer, col fine ultimo di fornire un migliore quadro della situazione al Servizio Sanitario Nazionale: in questo modo sarà possibile favorire le terapie più mirate a seconda dei pazienti, risparmiando risorse utili.
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