Si tratta del "post-vacation blues", un disturbo di adattamento su base biologica che si manifesta quando si passa da un periodo di riposo a uno impegnativo, come tipicamente avviene al rientro dalle ferie. Dura mediamente una settimana e convolge diversi distretti ormonali. In alcuni casi può mettere a nudo problemi latenti più seri e duraturi legati ad ansia e depressione.
Il presidente della Società italiana di psichiatria ci fa sapere che la fascia di età più colpita è quella lavorativamente più intensa, ossia fra i 25 e i 40 anni. La letteratura scientifica aggionge che a soffrire maggiormente della sindrome da rientro sono le persone che praticano una professione intellettuale.
I sintomi? Spaziano dalla difficoltà di concentrazione, alla mancanza di energie, fino problemi del sonno. Il ritorno brusco dal mare o dai monti può essere dunque compensato con un rientro ammortizzato: gli esperti consigliano di trascorrere un paio di giorni in stand-by, rimandando gli impegni piu’ gravosi. Sarà buona norma anche praticare attività fisica per facilitare il rilascio di endorfine a favore del buon umore e, non ultimo, per riportare alla normalità il ritmo circadiano, ovvero quella specie di orologio interno che regola il sonno e la veglia.
Se a tutto ciò dovessimo rientrare e sorprendere la nostra città sotto un refrigerante temporale estivo, ebbene, potremo ritenerci senz'altro... fuori pericolo.