Ma il malessere, invece, ha forme definite: nasce nel tratto digerente e si ripercuote sulla mente. Quasi la metà dei pazienti soffre di ansia e uno su dieci manifesta tratti depressivi. Segno che i trattamenti attuali non sono così soddisfacenti. Sullo stato psicologico di queste persone incidono la diagnosi in giovane età e il mancato riconoscimento sociale della malattia, non meno invalidante del diabete e del reflusso gastroesofageo. Chi soffre di colon irritabile ha spesso meno di quarant’anni, si ritrova nella fase ascendente della carriera professionale ed è costretto a limitare drasticamente gli impegni: sociali e professionali. In più, nel tentativo di dare una forma ai propri disturbi, si sottopone a esami e terapie che, a differenza dei percorsi diagnostici per la celiachia o per le malattie infiammatorie intestinali, non vengono rimborsati dal sistema Sanitario Nazionale. Spesa pro-capite stimata dall’Aigo: almeno 1200 euro ogni anno. Un piccolo bagno di sangue che, comunque, non porterà mai a una completa guarigione. Chiosa Soncini: «La condizione psicologica di questi pazienti non tende a migliorare, dal momento della diagnosi in avanti. Segno che le terapie sono poco efficaci e il supporto è spesso carente. Senza quest’ultimo, la qualità della vita dei malati è di molto compromessa».